mercoledì 20 dicembre 2017

Auguri di Buone Feste!

E con questo piccolo post vi lascio a queste tanto attese vacanze di Natale!
Buon Natale e felice anno nuovo!

We wish you a Merry Christmas
We wish you a Merry Christmas
We wish you a Merry Christmas
And a happy New Year! :D





lunedì 11 dicembre 2017

Lo scansiogramma

Bentornati!
Oggi vi parlerò di un altro nostro progetto riguardante l'alfabetizzazione fotografica.
Come avrete capito dal titolo, oggi si parla non più di prodotti chimici o scatole di biscotti, ma di veri e propri strumenti digitali! Ebbene sì, dall'analogico siamo passati ufficialmente al digitale tramite un semplice scansiogramma, o come lo chiamo io "scanner", dato che è appunto lo stesso che possiamo trovare nelle più comuni stampanti multi-funzione o venduto separatamente... Già, è proprio lo strumento che pensate!
Cosa? Siete cresciuti in una caverna e non sapete cos'è uno scanner? Beh, in pratica uno scansiogramma, come si può facilmente intuire dal nome (scanner + fotogramma) serve per convertire qualsiasi cosa di fisico in digitale, e non parlo più di sagome in scala di grigi come avvenuto nel fotogramma, qui necessitiamo solo del nostro soggetto (e ovviamente dell'apposito strumento).
Per i più curiosi: questo scanner è formato da una luce che, proiettata dal fondo verso l'alto e colpendo i sensori del nostro scansiogramma, crea elettroni poi convertiti in codice binario (i numeri che stanno alla base dell'informatica che comprendono lo 0 e l'1) tramite un convertitore A/D (analogico digitale). Successivamente questo convertitore li elabora in pixel (chiamati volgarmente i quadratini colorati che formano un'immagine digitalmente) tramite un processore, per poi essere archiviati momentaneamente su un'unità di archiviazione esterna (schede SD, micro SD ecc...) o, nel nostro caso, essere trasferiti in una cartella grazie ad un'anteprima tramite un software su Mac.
Noi non abbiamo fatto altro che assemblare un nostro soggetto "fai da te", per poi scannerizzarlo e archiviarlo.
Questa lezione ci ha permesso soprattutto di definire meglio le basi della fotografia digitale: riguardo al colore cambia solamente il sensore (con le 3 sezioni RGB a differenza di quello non a colori) e similmente accade nelle foto analogiche a colori, in cui cambia la pellicola.
Altra curiosità è il fatto di poter "catturare" anche soggetti tridimensionali, infatti la differenza col fotogramma è evidente per via grafica.
Se non fosse chiara l'idea da me espressa di tridimensione, pensate allo scanner come ad una macchina fotografica digitale con una vasta area di cattura ma con una scarsa portata. Sebbene non siano la stessa cosa, sfruttano gli stessi concetti di base e ciò può aiutare nel comprenderlo.
Ora vi lascio con la mia composizione, leggermente editata (valori tonali, segni su scanner di mani ecc...), ciao!

"SC4NSI0-M4N"

lunedì 4 dicembre 2017

Sviluppo e stampa in camera oscura

Ciao a tutti ragazzi, eccomi di nuovo a raccontarvi un'altra esperienza di laboratorio fotografico che ho fatto in camera oscura. Come si può vedere dal titolo sono andato a stampare una fotografia in camera oscura. Per capire come farlo ho dovuto seguire la lezione di teoria che parlava di come farlo. Per iniziare il Prof. ci ha parlato di uno strumento in grado di sviluppare una pellicola fotografica: "La Tank". Una volta inserita all'interno la pellicola fotografica, mano a mano si andranno a versare i liquidi di sviluppo, arresto e fissaggio. Infine si andrà a lavaggio acquacorrente con una goccia di sapone per evitare le incrostazioni di calcare. Tutto questo si svolgerà all'interno di una camera oscura.

la tank
Successivamente sempre nella lezione di teoria il prof. ci ha parlato di un altro strumento che si usa in camera oscura. Ma questo strumento servirà per andare a stampare un'immagine presente sulla pellicola fotografica su un foglio di carta fotosensibile. Lo strumento in questione è: "L'ingranditore".
L'ingranditore è dotato di un piano di lavoro, su cui si andrà a poggiare il foglio di carta fotosensibile; un'asta metallica su cui è presente una manovella, che è in grado di abbassare l'ingranditore o di alzarlo. Un'altra manovella è presente a lato dell'ingranditore, servirà a mettere a fuoco l'immagine che andrà sul foglio di carta fotosensibile. All'interno è composto da una lampadina che fa luce, dal cassetto in cui si inseriscono i filtri, un cassetto in cui si inserisce la parte di pellicola fotografica e per ultimo, una levetta che si trova vicino alla lente che farà diventare la luce di colore rosso. Questo perchè il foglio di carta fotosensibile è meno sensibile alla luce rossa.

ingranditore
Prima di arrivare a stampare l'immagine sul foglio di carta fotosensibile, abbiamo dovuto seguire dei procedimenti precisi. Lasciate che ve li descriva. Per prima cosa dopo aver preso la pellicola fotografica con in negativi, si va a fare una stampa per contatto per rendere le immagini positive. In varie serie di foto io e i miei compagni abbiamo scelto quale ci piaceva di più. Una volta scelta abbiamo posizionato la parte di pellicola fotografica nell'ingranditore con la nostra immagine. La stampa non è stata svolta subito, perchè per avere un buon risultato si deve osservare per quanto tempo si deve lasciare il foglio di carta fotosensibile sotto la luce. Infatti abbiamo eseguito alcune prove, ma utilizzando solamente una parte di foglio; non occorre usarne uno intero, ma a voi la scelta. Il pezzo di foglio di carta fotosensibile per fare la prova, sotto l'ingranditore, verrà colpito dalla luce, ma i momenti saranno suddivisi. Alternando l'apertura e la chiusura della luce rossa, il foglio di carta fotosensibile avrà diversi tempi su cui è stata proiettata l'immagine. I tempi saranno da otto, sei, quattro e due secondi. Una volta deciso il tempo per lasciare sotto il foglio di carta fotosensibile, si andrà a fare la bella.
Mettendo questa volta un foglio intero, si andranno a contare i secondi scelti. Finito questo passaggio, avverrà l'ultimo, ovvero sottoporre il foglio ai bagni di sviluppo, arresto e fissaggio; questo perchè tolto il foglio dal piano di lavoro dell'ingranditore, sulla sua superficie sarà presente un'immagine latente. Dopo i bagni ci sarà il lavaggio sotto acquacorrente. I procedimenti sono finiti. 
Spero vi sia piaciuto leggere questa nuova esperienza in camera oscura. Alla prossima!

foto positive

prova di foto stampata su carta fotosensibile

lunedì 27 novembre 2017

Testo su tracciato

Ciao a tutti. E' passata una settimana ormai e oggi ho il compito di illustrarvi un nuovo software della famiglia Adobe: Illustrator; in particolare uno degli ultimi lavori: il "testo su tracciato".
Inizio con lo spiegarvi un po' cos'è Illustrator: questo non è proprio uguale a Photoshop (che ho usato in tutti i lavori che vi ho mostrato in precedenza), infatti Illustrator è un software che tratta immagini composte da vettori e sono completamente assenti i pixel; i vettori sono in sostanza un insieme di punti uniti e combinati tra loro. 
Ora veniamo al bello! 
Il mio compito era quello di creare appunto un testo su tracciato, ma così dal niente? No no, ovviamente. 
La Prof.ssa Lanzafame ha messo a disposizione qualche immagine, per esempio: uno squalo, un topo, Lupin e altri... Io ho scelto Lupin. Partendo da questa immagine ho iniziato a sovrapporle dei tracciati creati con lo strumento "penna". Una volta finito di crearli, usando lo strumento "testo" ho riempito tutti i tracciati con del testo e ad ognuno ho dato il colore corrispondente alla porzione dell'immagine. Vi saluto lasciando qui di seguito il mio lavoro, spero vi piaccia!


lunedì 20 novembre 2017

Fotografia: scrivere con la luce

Ciao e bentornati in questo blog! Oggi vi parlo del light painting, una tecnica fotografica dove "scriviamo con la luce". Prima, però, cerchiamo di creare una sorta di linea del tempo sulla storia della fotografia.
Nella Francia dell'800 prende piede la figura dell'inventore ed è qui che troviamo il signor Nicephore Niepce, uno dei padri fondatori della fotografia. Infatti, dopo l'invenzione del motore a scoppio, Niepce inizia a dedicarsi ad altri esperimenti, tra cui la riproduzione della realtà senza l'utilizzo della mano dell'uomo. Così nel 1826 ottiene la veduta della sua finestra (solo dopo 8 ore di attesa!), ovvero la prima fotografia della storia. Ottiene però solo un negativo non riproducibile, allora decide di utilizzare il bitume di Giudea, una sostanza che permette "quasi subito" il positivo della fotografia.
Sempre in Francia troviamo il pittore di diorami J.L.M. Daguerre, il quale viene a sapere di Niepce e dei suoi esprimenti, così inizia a scrivergli lettere su lettere. Alla fine il 4 dicembre 1829 i due firmano un accordo societario e iniziano a lavorare insieme. Dopo la morte di Niepce, nel 1833, Daguerre va avanti con gli esperimenti fino a quando nel 1837 attesta il primo dagherrotipo.
Nel 1839 Daguerre dona al mondo la scoperta della fotografia.
Però, in Inghilterra nel 1833 il signor William Henry Fox Talbot era già riuscito a realizzare negativi e positivi fotografici su carta sensibilizzata con cloruro d'argento e fissata con sale da cucina. Questi risulati li chiamò "photogenic drawings".
Fino ad ora nessuno aveva usato il termine "fotografia", anzi li chiamavano "immagini che si dipingono da sole". Per i termini fotografia, negativo e positivo dobbiamo ringraziare il signor John William Hershel, il quale durante una discussione con Talbot propose questi termini.
Vi ricordate cosa significa il termine fotografia? Il termine fotografia deriva dal greco ed è composto da foto- (luce) e -grafia (scrittura), quindi scrivere con la luce.
Per questo progetto noi abbiamo preso alla lettera "scrivere con la luce", infatti, in sala di posa al buio con il diaframma della fotocamera aperto per 20 secondi, ci siamo divertiti a creare delle composizioni tramite l'uso di torce.
Per una completa spiegazione sulla tecnica del light painting cliccate il link.
Io, Annalisa, Demi e Doha abbiamo creato questa immagine dove assistiamo a uno scontro tra un'onda energetica e una spada laser!


Grazie per aver letto questo post! Alla prossima!

lunedì 13 novembre 2017

Esercizio Scontorno

Ciao a tutti! Oggi vi parlo di un nuovo esercizio... L'esercizio scontorno! Esso consiste nel ritagliare un oggetto da un'immagine esistente ed inserirlo poi in un luogo differente. Per lavorare ho usato il programma Photoshop, utilizzando lo strumento "lazo" (più complicato rispetto alla "bacchetta magica"). Ho lavorato con una immagine del mio calciatore preferito, e l'ho inserito in una folla, poi ho messo anche altri personaggi famosi completamente fuori luogo.
Nel secondo fotomontaggio invece ho utilizzato come sfondo un'immagine di quattro lavoratori, e su ognuno di loro al posto del viso degli uomini ho messo quello degli animali, (essendo che ogni donna afferma questo 😂).
Ecco i miei lavori! Spero vi piacciano!

"Gli uomini sono tutti animali"

"Assemblee importanti"

lunedì 6 novembre 2017

Il Foro Stenopeico

Ciao ragazzi e ben tornati!
Oggi spiegherò una nuova esperienza: come mettere in pratica la teoria del foro stenopeico, dal greco stesso opaios (dotato di un piccolo foro), ovvero un foro realizzato su una parete di una camera oscura (contenitore "a tenuta di luce", completamente al buio), e serve a comprendere il principio ottico su cui si basa la fotografia.
Questo foro è stato realizzato su uno dei quattro lati di una camera oscura, permette di realizzare vere e proprie fotografie - COME? - con l'impiego di carta fotosensibile capace, grazie alla fotosensibilità dei sali d'argento, di catturare l' immagine all'interno della camera oscura.
Ma.. COSA PERMETTE DI FARE QUESTO FORO?
La sua presenza sul lato della camera oscura permette l'ingresso al suo interno di un fascio luminoso che proietta sulla parete opposta rispetto a quella del foro l'immagine della persona, dell'oggetto o del paesaggio che è di fronte a noi.
Con la classe e il professore siamo andati all'esterno, per essere esposti il più possibile alla luce e messi in posa per fare la foto, con la camera oscura puntata su di noi.
Dopo averla puntata su di noi abbiamo aspettato 30 secondi che la luce passasse nel foro della camera oscura e subito dopo abbiamo immediatamente chiuso il foro per non far passare della luce in eccesso.
Dopo aver sottoposto il foglio di carta fotosensibile al trattamento dei bagni di sviluppo, arresto e fissaggio, otteniamo un negativo, in cui l'immagine oltre ad essere con i toni invertiti dove ciò che dovrebbe apparire chiaro appare scuro e viceversa; alla fine di questo procedimento l'immagine ci risulterà capovolta e invertita: quello che nella realtà vediamo sopra, qui apparirà sotto e viceversa; e ciò che vediamo a destra, lo vedremo a sinistra e viceversa.
E SE VOLESSI OTTENERE UN POSITIVO?
Beh, bastano 3 semplici procedimenti:
Basta prendere la foto in negativo a contatto con un altro figlio di carta fotosensibile esponendolo alla luce per 1 secondo, prendere questo foglio e sottoporlo allo stesso procedimento di prima e infine, lavare e lasciarlo asciugare.

Backstage

Negativo

Positivo

lunedì 30 ottobre 2017

Il Fotogramma

Ehii! oggi vi parlerò del secondo laboratorio di alfabetizzazione fotografica: il fotogramma.

Che cos'è il fotogramma?
Il fotogramma è un immagine fotografica ottenuta senza l'uso della macchina fotografica (tecnica off-camera) in una camera oscura.

Materiale:
  • 3 vasche (una per lo sviluppo una per l'arresto e una per il fissaggio).
  • per la vasca dello sviluppo 100 ml di idrochinone e 900 ml di acqua.
  • per la vasca dell' arresto acqua e aceto .
  • per la vasca del fissaggio 100 ml di iposolfito di sodio e 400 ml di acqua.
  • foglio di carta fotosensibile 
  • luce rossa o gialla (per non rovinare il foglio di carta fotosensibile)
  • torcia o telefono 
Abbiamo iniziato riempiendo e posizionando le tre vasche, poi abbiamo spento la luce e acceso due lucine (una rossa e una gialla). A coppie abbiamo posizionato degli oggetti a nostro piacere sulla carta fotosensibile e poi il professore Manfredini l'ha illuminato con la torcia del telefono per circa un secondo. Dopo aver illuminato il foglio con sopra gli oggetti, li abbiamo tolti e guardando il foglio lo abbiamo visto completamente bianco, perché l’immagine era presente ma non visibile ad occhio nudo, (per questo viene chiamata "immagine latente"). Successivamente abbiamo messo il foglio nella vasca dello sviluppo per accelerare il processo di annerimento, poi abbiamo aspettato che il foglio diventasse nero per metterlo nell'arresto per far bloccare l'azione dello sviluppo. Dopodiché abbiamo messo il foglio nel fissaggio per eliminare i sali d'argento non esposti alla luce. Infine abbiamo sciacquato il foglio sotto acqua corrente e lo abbiamo appeso per asciugarlo.
Questo è il mio fotogramma realizzato insieme a Giacomo.

intoxicated

lunedì 23 ottobre 2017

Il Chimigramma

Buongiorno! Oggi parleremo del chimigramma, il primo dei tanti laboratori di alfabetizzazione fotografica.
Sicuramente non saprete che cos'è il chimigramma oppure non ve lo ricordate... in ogni caso ve lo spiego io....
Il chimigramma è un'immagine fotografica ottenuta in luce ambiente attraverso una tecnica chiamata off-camera, cioè senza l'utilizzo della macchina fotografica. L'immagine è una vera fotografia, significa disegnare o scrivere con la luce, quella che noi abbiamo utilizzato!
Sapete come si realizza un chimigramma? ..no!?!...per prima cosa è necessario procurarsi tre vaschette e disporle una a fianco all'altra, nella prima vaschetta ci sarà lo sviluppo (composto da 100 ml di idrochinone + 900 ml di acqua), nella seconda ci sarà l'arresto (composto da acqua e aceto) e nella terza ci sarà il fissaggio (composto da 100 ml di iposolfito di sodio + 400 ml di acqua).
Per realizzare un'immagine nera con sfondo bianco si procede in questo modo: per prima cosa si parte dallo sviluppo, si prende un foglio di carta fotosensibile, facendo attenzione quando lo si toglie dalla busta nera perché essendo composto da sali d'argento, è sensibile alla luce e rischia di annerirsi. Poi si può intingere un pennello, una spugnetta o la propria mano nella vaschetta dello sviluppo e disegnare sul foglio. Subito vedrete comparire l'immagine, nera, che avete disegnato...questa sarà la vostra fotografia. Successivamente si immergerà la foto nella seconda vaschetta, quella dell'arresto, che fermerà l'azione dello sviluppo ed inoltre non sporcherà la vaschetta successiva. Bisogna muovere la vaschetta su e giù in modo tale da creare delle specie di onde che copriranno tutta la foto. Infine si immergerà la foto nella terza vaschetta, quella del fissaggio, che scioglierà i sali d'argento, impedendone l'annerimento, anche qui la vaschetta dovrà essere mossa in senso ondulatorio.
Per ultimo si andrà a sciacquare la foto sotto l'acqua corrente e la si appenderà con una graffetta ad un filo per farla asciugare.
Di seguito vi mostro la mia foto, che chiamo "Schizzo Spugna", perché per realizzarla ho usato una spugna ed il risultato è questo:


Volete invece realizzare una foto in bianco con sfondo nero?... si fa così: s'inizia con il fissaggio... e non lo sviluppo... si prende sempre un foglio di carta fotosensibile, s'intinge un pennello, una spugna o una mano nella vasca del fissaggio e poi si disegna. Il disegno inizialmente non si vedrà, ma nel momento in cui s'immergerà il foglio nella vaschetta dello sviluppo, ondulando sempre la vaschetta, s'inizierà a vedere l'immagine. Infine si passa nell'ultima vaschetta, quella dell'arresto, i sali d'argento si scioglieranno, quindi si sciacqua la foto sotto l'acqua corrente e poi la si appende per farla asciugare.
Il mio risultato, che ho chiamato "Una mano per ricordare 2", ..... ho deciso di chiamarla così perché la stessa immagine l'ho disegnata intingendo la mia mano nelle tempere quando frequentavo l'asilo... è questo:


Una cosa molto importante: se si vogliono appendere due fogli fotosensibili per guadagnare spazio, i fogli devono essere appesi dalla parte bianca, dove non c'è la fotografia.
Spero che questo laboratorio vi sia piaciuto quanto a me, provatelo perché è una cosa molto carina!!!
Alla prossima!!!

lunedì 16 ottobre 2017

Videoclip musicale

Ciao a tutti!
Oggi vi parlo di un video che ho realizzato a scuola utilizzando iMovie, combinando immagini cercate su Internet ad una delle mie canzoni preferite.
La canzone è Apnea di Rkomi: parla della vita dell'autore e di come si senta in "apnea" metaforicamente oppresso dalla sua ragazza, la sua ex, il lavoro, i suoi problemi e la gente che gli sta attorno.
L'ho scelto perché questa canzone ha caratterizzato un periodo molto importante della mia vita in cui mi sono sentito come si descrive l'autore in molti versi.
L'ho interpretata con immagini che rappresentano ciò che viene detto in ogni verso, a volte ho puntato anche sul significato e sulle emozioni che trasmettono.
Ho cercato di far andare a tempo testo e parole in modo da dare un ritmo e ho montato il video usando quasi solo immagini fatte da me, in alcuni punti ho usato foto sfocate di proposito per legarmi al concetto della canzone e per esaltare quello che l'autore vuole raccontare.

Vi lascio qui sotto il mio video e spero che vi piaccia, buona visione!



lunedì 9 ottobre 2017

Che cosa è la fotografia?

Buongiorno!
Oggi parlerò del nostro secondo elaborato con il prof Manfredini.
Per capire cos'è per noi la fotografia ci ha posto alcune domande: 
"Cos'è la fotografia?
"A cosa serve?"
"Come può essere impiegata nel campo della grafica e della comunicazione?"

Il prof, dopo che noi abbiamo risposto e consegnato le nostre ricerche, ci ha individuato nelle relazioni alcune frasi sulle quali cercare sei foto che le descrivessero. 
Dopo averle cercate abbiamo realizzato, a gruppi, dei cartelloni con tutte le frasi e le foto che rispondevano ad esse!
Ecco qui due foto che ho portato:

con la fotografia si esprimono le cose che più ci piacciono

la fotografia è una forma comunicativa

...ed infine un paio di foto di backstage!



lunedì 2 ottobre 2017

Autoritratto

Ciao a tutti! Noi siamo la classe 3BG dell'Istituto Superiore "Carlo d'Arco" di Mantova!
Il nostro corso, Grafica e Comunicazione, si basa sullo studio della Grafica all'interno di qualsiasi mezzo di comunicazione, vecchio e nuovo! E quindi perché non aprire un blog su Internet dove mostrare i nostri lavori?
Il primo esercizio fatto in classe con il prof. Manfredini (e poi successivamente completato in laboratorio) consisteva nel presentarci attraverso delle fotografie portate dal prof. Ognuno di noi ne doveva scegliere una e poi spiegare il perché della propria scelta.
In laboratorio l'esercizio che si ricollegava era un po' differente: dovevamo portare noi da casa dieci fotografie che ci rappresentassero, per poi unirle con il programma Adobe Photoshop in una specie di collage / carta d'identità.
Ecco qui qualche foto di backstage e alcuni autoritratti! Se volete vederli tutti, cliccate sui nostri blog nella barra laterale!
A presto!